“L’Appel du Vide” mini comic

This webcomic was made for a japanese contest, so it must be “read” (there’s actually no written dialogue) ⬅️from right to left!

Ma cos’è?

L’Appel du Vide è un mini fumetto di tredici tavole che ho disegnato per l’edizione del Silent Manga Audition del 2018, rientrando tra i candidati ai premi, ma senza riuscire a vincere. Non voglio nemmeno tentare di nascondere la mia delusione al riguardo, ma l’arte non è matematica e quindi ognuno può avere un’opinione diversa e altrettanto valida al riguardo. Ci ho lavorato molto, infatti tutto il tratteggio che vedete è stato fatto a mano, linea per linea. Verso la fine ero letteralmente distrutta e avevo un callo dello scrittore grande come una casa!🤣 Personalmente, anche se ci vedo un mucchio di errori e imperfezioni (come tutti i creativi che si rispettino), penso ancora di avere fatto un buon lavoro di cui posso essere orgogliosa!

L’appel de che?

Il titolo, in francese, significa letteralmente “il richiamo del vuoto” ed è quella sensazione di attrazione che possiamo provare quando ci troviamo di fronte a un baratro, un inspiegabile istinto di gettarsi di sotto. Simili pensieri intrusivi si manifestano a volte in contesti diversi, ad esempio una vocina nel nostro cervello potrebbe suggerirci di lanciarci di fronte a una macchina in corsa. Essenzialmente si tratta di tendenze autodistruttive che per qualche motivo vengono spesso sperimentate anche da chi di solito non ha pensieri suicidi.

Nel mio webcomic è presente una scena che mostra in modo “tangibile” il momento più drammatico dell’appel du vide, quando uno dei due protagonisti, Anvar, si trova sul ciglio del burrone e sta decidendo se dare ascolto a quella vocina oppure no. Non essendovi dialogo è tutto sottinteso, ma spero che il lettore possa intuire ugualmente i suoi pensieri. In realtà, non solo quella scena specifica, ma l’intero fumetto tratta di un tipo di “appel du vide” molto più pervasivo che invade la vita delle persone per una miriade di diversi motivi: la depressione. La scena precedente, quella in cui per ore e ore Anvar non riesce a muoversi dal giaciglio, né a mangiare, né a parlare? Già. Sono tutti sintomi molto evidenti di depressione cronica.

Sono stata abbastanza chiara nella mia narrazione da permettere al lettore di comprendere tutto questo? Non ne sono affatto certa. E forse la cosa ha influito parecchio sul risultato del concorso. Comunque ormai è acqua passata, e ce ne facciamo una ragione! Si va sempre avanti!😎

Ma quei due lì chi sono?

I due protagonisti si chiamano Anvar, l’umano che sta seriamente valutando l’idea di buttarsi giù da una rupe, e Kahliq, l’elfo arciere che bene o male deve fargli da balia. The dynamic duo, altrimenti detto “quel paio di disastri su gambe”.🤣 Si tratta dei protagonisti del mio progetto a fumetti personale, Reiecta. Cos’è Reiecta? Ehh… è una storia lunga, e tutt’ora priva di conclusione. Tutto iniziò una notte buia e tempestosa…

Pensandoci bene, è probabilmente un discorso troppo lungo da affrontare oggi. Ma verrà presto il momento di parlarne. Forse. Vedremo. Non so.🤷

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